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NEL VENTO VALLIGIANO

                                                

 

 

NEL VENTO VALLIGIANO

 

 

 

    Il passaggio che segue è dedicato al vento di quest’ampia valle, che soffia robusto, costante e traboccante di voci; tutte le voci della vallata e dei suoi poggi, delle sue creature e dei colli e dei monti che la cingono; è dedicato a questo perenne, animato confabulare; ed è dedicato anche al nostro continuo, attento ascoltare questo intimo, misterioso conversare del Tutto; è dedicato al pioppo virente, or ora fogliato nel vento, al sambuco che vi è fiorito e alla grande quercia che accoglie i nidi, e a lui che, alto nel cielo, sempre giovine splende liber et vagus, donatore munifico di buon consiglio, che riversa  diuturno sul mondo con il calore dei suoi raggi.

 

   Vuole anche ricordare Birba, la fidatissima vecchia lupa, ormai scomparsa senza lasciar traccia, che ci comunicava di frequente, con travolgenti ululati nel vento, i suoi basici, scabri pensieri: silvestro e arduo richiamo a non temer d’affrontare gl’impervi cammini.

 

 

     

                è il vento . . .

 

 

   Ascoltalo è lui che ti parla,

è il vento, sì, e ti parla!

A gran voce ti parla;

ma ancora, ascoltalo 

quando sussurra e devi

invenirne il mistero

chiuso nell’ermetico dire.

 

   Stamane eravamo io e il vento

e, accosti, il pioppo ierlaltro fogliato

e il sambuco, or ora fiorito;

più in là, possente la quercia,

sopra noi il giovine antico

dei bianchi cigni nel volo candente.

 

   E vociante il vento soffiò,

quando la vecchia e fida lupa

una notte se n’è andata

così tanto tanto lontana,

senza tracce, a morire

nel nudo ululare del vento.