DENUDAMENTO

DENUDAMENTO
al giovine lettore
che pone domande
Perché sei tanto triste?
Al giugner dell’autunno
scorgi il volger del mondo;
senti che tutto cambia!
Rasserenati intanto,
ché senza cruccio il bosco
rinuncerà ai canti,
si priverà dei suoi colori ancora.
Libero dai pensieri,
da passioni ed ansie,
turbini di caduche foglie,
risolviti a portare
gli ingombri dell’io
al mercato del robivecchi,
laddove d’ognuno
si confondono le storie.
Così, calmo ed attento, veglia
sul perenne fluire
delle sorti nel mondo!
Delle stremate fronde denudato,
nel frastuono dei venti
e i rami spogli al gelo,
integro durerà nelle radici
il bosco, di sé sicuro custode.
Attento al risveglio del dio,
Dell’inviolabile origine
nell’unitiva essenza,
più non sarà fatale
in te il cambiamento.
