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GOVERNO U$A E GETTA?

                            

 

G O V E R N O   U $ A   E   G E T T A ?

 

 

   Boh! Vattelappesca! . . . sogghigna Tom e sogguarda arcigno un francobollo sul quale è impressa la faccia di Harry Truman. . . Canaglia! . . . urla alla volta del defunto bombardatore atomico, mentre con grande cura sistema nell’ albo lo storico francobollo. Tom la pensa così. Ritiene che da quel tragico agosto nipponico non ci sia stato governo europeo, e soprattutto nostrano, indipendente dai condizionamenti della superpotenza nucleare. La paura fa novanta, elementare, Watson! Eppoi, in realtà, l’Europa ha subito uno sconfiggimento grave e senza limiti da parte dello Yenkee debellatore, che le risparmiò l’atomica ma non la spada di Brenno, con un vergognoso assoggettamento ai suoi stivali ormai perdurante da tre quarti di secolo e con un diktat che ha fatto gravare sempre più nei decenni sui vinti inermi il peso enorme dell’armamento nucleare più terrificante e spropositato del mondo. Forte di tale minaccia, impose al co-vincitore bolscevico la “guerra fredda”, chiudendolo in confini inviolabili, e poi promettendo all’assoggettata Europa la sua protezione, ha fatto di questa una munita e minacciosa piazzaforte per eventuali preparativi guerreschi, depositi di scorte atomiche, scorribande minatorie e soprattutto per espandere la sua maniacale democrazia e accrescere, novella Cartagine, il suo impero commerciale. Business! Business! Business!

   Dopo l’ingloriosa fine dell’Unione Sovietica l’imperialismo statunitense si erse a gendarme mondiale e a messianico globalizzatore, guida e padrone. Non sono gli U.S.A., e a dire di tutti i democratici, i creatori e i rappresentanti di una benemerentissima democrazia, il miglior modello di governo esistente sull’orbe terraqueo? E, una volta assurti a superpotenza atomica, non hanno forse il diritto d’imporre al mondo intero il loro modello? D’imporre a tutte le genti una pace atomica perpetua? Riposate in pace sotto lo scudo atomico made in USA, o popoli del mondo!

   A fronte di una egemonia militare così soverchiante, le Nazioni Europee non sono mai riuscite ad elaborare una politica autonoma e che non fosse il riflesso della intimidatoria ideologia imperialistico-mercantile d’oltre oceano. D'altronde nei trascorsi decenni la Superpotenza ha imposto anche la sua cultura evangelico–affarista, con i suoi costumi degradati, dapprima propagati nei grandi bronx e che ormai (qual occultata malizia!) si sono andati diffondendo per contagio anche nelle grandi città d’Europa; vedi le banlieue parigine, il molenbeek in Belgio o i tanti squallidi sobborghi delle città metropolitane d’Italia. Contagio che dalle periferie si insinua nel tessuto civile di città che un tempo godevano di fama d’arte e secolare prestigio. Fatti di tutti i giorni il teppismo degli adolescenti, l’abietto spaccio delle droghe, le bravate e i crimini delle baby gang, il mondo delinquenziale del futile bullismo dei minori per le strade e nelle scuole. Il bronx torbido, ibrido, losco, babelico, il bronx globalista. Un bronx, un bronx dappertutto, un unico bronx.

   La soverchiante egemonia militare, e il bronx! Entrambe le cose esemplarmente unificate nella pratica terroristica. La gozzoviglia yankee, ovvero barbara, del terrorismo!

   Dai genocidi dei pellerossa a . . . l’elenco è lungo, troppo lungo . . . inenarrabile!

  La più potente, la più impeccabile, la più sviluppata democrazia apparsa nel mondo! La democrazia del novus ordo seclorum come rappresentata nel grande sigillo sul dollaro; sì, sul dollaro, ove da una piramide la cima si stacca, levandosi occhio lucente al cielo.

   L’ autentica democrazia! Democrazia senza infingimenti: democrazia nuda e cruda, come d’altronde tutte le democrazie; democrazie paciose e belligere a un tempo, che banchettano sdraiate su plutocratici triclini vanitosamente disposti sugli arsenali nucleari della grande consorella. La grande consorella che insegnò una volta per tutte al mondo, libertà-eguaglianza-fraternità, con le indicative (anche d’un notevole spessore criminale) deflagrazioni di Dresda, Hiroshima e Nagasaki, con il napalm del Vietnam, le bombe intelligenti e i nodi scorsoi sui mega patiboli del medio oriente. Godetevi tal sorta di demo-latria, o popoli d’Europa!

Sorta per prima in America e fecondata con il sangue dei nativi e con le stragi d’una spietata guerra civile, in Francia imposta con la lama della ghigliottina, che assaggiò anche il collo di Danton e di Robespierre, padre del Terrore, è assurta a religioso dogma sulle macerie dell’Europa e con la monumentale comparsa dei funghi atomici, che han segnato la via ai democratici empirei. E non va trascurato il ruolo del progresso soprattutto nel rafforzamento degli armamenti. La Rivoluzione francese per imporre “libertégalitéfraternité” (ou la mort), cioè la sua egemonia nazionalista, ebbe al proprio servizio le baionette di Dumouriez e di Kellerman e poi le artiglierie di Bonaparte; ma baionette e cannoni possono operare in un raggio d’azione geograficamente limitato, mentre l’egemonia atomica, sommo spauracchio, unisce tutti i popoli in un mondiale fraterno abbraccio assicurando loro illimitata libertà e quotidianamente celebrando sugli altari dei cosiddetti diritti umani la democratica eguaglianza. Un fatto curioso: anche l’Egemone è esposto e la sua egemonia, ormai vacillante, sottoposta a una dannata fifa, ché alle sue spalle, nell’ ombra, un cacodaemon gli inculca nell’animo, barbugliando, il suo incomprensibile linguaggio blasfemo che celebra mondi desolati. . . i deserti sterminati senza oasi. . .

   Anche tu, popolo d’Italia, hai rassegnato la tua fede nelle mani di tali celebranti? Eppure, le strade e i sentieri d’ Italia, sotto il giocondo sole, sono tra i più belli del mondo, massime in primavera!

 

*  *  *

 

   Don Ferdinando, un vecchio cocchiere napoletano amico di Tom, che ancora adesso ricorda lucidamente vecchi fatti, ierlaltro in una delle sue visite all’amico, intervenendo a conclusione del discorso, ebbe a commentare: “È proprio così, dal tempo dei sciuscià non s’è più visto un italiano al governo di questo paese che avesse la schiena dritta. Addenucchiati, sì! . . . e baciapile, quanti ne vulite!”

 

 

 

 

S’ode la voce decisa di Tom: “Non proprio tutti, caro Ferdinando, non proprio tutti, qualcheduno. . . Sì, dico, qualcheduno. . .”

  Tom è davvero incavolato nero! S’affligge per il vuoto storico che, a suo dire, sminuisce il pregio della sua collezione; manca sul mercato filatelico un francobollo craxiano o almeno una emissione celebrativa dei singolari fatti di Sigonella. . .