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L’ONESTO POETARE

                                

 

 

L’ONESTO POETARE

 

Poesia non è smarrimento,

farneticazione, delirio,

non ambiguità, penombra…

Presunzione che sa di frodo,

mielosa immaginativa

inducono spurie visioni,

distorte forme, incubi.

Non vagante finzione,

nomadismo della parola,

ma grazia, buon gusto, armonia.

Un dono si serba con cura,

una virtù non si escogita;

gravezza del congetturare

ridondanza ingenera,

levità d’ala non conosce.

Corpo e spirito intimamente uniti,

adempiere nel silenzio è il principio,

con il riserbo degli asceti

sotto l’albero del risveglio.

Alla mente sgombra di vano ambire,

il germe luminoso della parola

rivelare esige il suo mistero

e per questo, in arcane cadenze

estranee al pedestre uditore,

quaggiù s’asconde, quando appare il mattino.

  

 

   Si dedica a quei pedanti fantasticoni che credono di suscitare iperboliche impressioni e di imprimere segni sublimi con un imprecisato dissonare.