IL SOFFIO

IL SOFFIO
…nacqui figlio dell’Occidente,
tra stirpi che avean perso il senno.
ASTREO D'OCCASO
Il vento del deserto s’è abbattuto
sulla mia nudità!
Non avrei mai immaginato
che un ghibli così alido
sarebbe giunto a prosciugare
la vena inesausta
a cui solevo dissetarmi,
mentre la sua polvere arida
ha disseccato perfino le splendide
fanerogame
e la terra non produce più fiori.
Ed io con le ciglia accecate
ho trovato rifugio
nelle cavità degli angiporti
dove mai il sole posa
il suo benefico raggio.
Qui osceni fliaci
soffiando in aspri flaut
recitano le loro grottesche parodie
e gonfiando le guance
soffiano come foche;
ma nessuna fiamma risplende.
Ahi, la rigogliosa mia nudità
colpita dalla frusta
sabbiosa del deserto!
E la fulgidezza dei fiori
umiliata dal ghibli,
e la pena delle sorgenti
che mandan fuori gli ultimi,
affannosi singulti!
Ma oggi una misteriosa Dama,
impietosita del mio stato,
sfidando le intricate danze
degli anguilleschi fliaci
che spuntano da ogni dove,
mi ha donato un vaso da fiori
colmo di bruno humus,
ed io frugando nelle pieghe
della mia nudità
– non gridate allo scandalo voialtri
che coltivate il pidocchiume
del moralismo clerico-questo
e clerico-quest’altro –
vi ho trovato un seme di pulsatilla
e ho scoperto nella nudità
un larario inesauribile di semenze.
Oggi in questo dono di terracotta
pianto il seme di pulsatilla
e quando la pianta
avrà prodotto il suo fiore
e l’anemone risplendendo
nell’aria richiamerà
con i colori dei suoi petali
i venti umidi della fecondità,
allora spargerò altri semi.
O felice nudità del mondo!
O tu anemone, fiore
della fecondità dei venti, soffio
che ti disseti alle fresche sorgenti!

S U F F L A R E P U L S A R E
Il fiato, il soffio, il respiro. Flo, as, avi, atum, are: soffiare, respirare. Flatus, us, m., soffio ma anche respiro, alito, fiato. Radice del vocabolo: PHLA, FLA.
Inspirare ed espirare, il ritmo regolare del respiro.
La difficoltà del respiro, la sua alterazione, è detta con termine medico dispnea; questa irregolarità provoca affanno. Il respiro ansante i latini chiamavano anhelitus. Anelare, ansare e, in senso traslato, aspirare vivamente a qualche cosa, desiderare ardentemente: concupiscere. La concupiscenza, brama ardente, è un affannare, un patire affanno, vale a dire difficoltà di respiro.
Pulsare, pulsazione, polso; la radice di questi vocaboli è PEL, che ha in sé il senso di muovere, spingere. Il verbo latino pulso, as, avi, atum, are, spingere, battere, percuotere, è verbo iterativo di pello, is, pepuli, pulsum, pellere, spingere, battere, muovere ecc.
Pulsare, produrre battiti; il cuore pulsa.
Palpitare: agitarsi, tremare; palpitare di paura, palpitare di gioia, di piacere, sussultare. Sono tutti perturbamenti delle facoltà mentali o della psiche. Un aumento della frequenza dei battiti cardiaci provoca le palpitazioni, che sono movimenti irregolari e anche spesso violenti.
Un cuore sano, calmo, pulsa regolarmente: è il suo ritmo, il ritmo del cuore.
L’attività ritmica del respiro e il battito ritmico del cuore si corrispondono. Tale corrispondenza genera tranquillità nella mente e serenità nell’animo; si manifesta la integritas: l’essere intero. In tal perdurare, nel permanervi, e ancora in una casta sintonia con la Natura, si attua la perfetta consonanza tra l’Uomo e il Cosmo. Si realizza concento, accordo, proporzione; la perfetta armonia totius mundi. In tale stato sublime l’uomo ritrova la sanitas animi, nobiltà e fortitudine, in un’esistenza reale, retta e incorrotta, e la società civile progredisce felicemente nella CONCORDIA (cum insieme e cor, cordis cuore), il concorditer et amore mutuo vivere.
* * *
In un’atmosfera surreale, ma meglio sarebbe dire ignara, un Omaccione parla! Pretende d’essere un arringatore; parla ad una marmaglia militaresca che a tratti scandisce applausi rumorosi. Il suo parlare è ordinario, sguarnito; scamiciata, misera retorica! Un declamar vuoto, un accozzo, il linguaggio dei bassi fondaci d’un tempo tutto mercantile. Ma chi è costui che emette quei barbari accenti da l’alto di pretese imperiali e va reputandosi il padrone del mondo? Che invoca “pace con la forza”? La pace mercantesca e la criminosa potenza nucleare! Lancia le sue grida dal suolo d’Italia, sotto un cielo sereno; e il suolo e il cielo d’Italia, imperturbati, rinviano all’emittente tanta vuotaggine. Retoricume! Non si costruisce pace con usura, incrementando gli arsenali militari, ossia la minaccia atomica, ed esportando con la guerra, le aggressioni e la forca, un soffocante democratismo affaristico che lacera le nazioni e le affanna con il terrorismo e le carestie; ma i discendenti dalla lunga disfatta, boriosi e indaffarati, con animo servile s’accodano e, pacificatori in marcia per i rancidi pacifismi, sostengono le guerre del SOMMO DEMOCRATIZZATORE. Nemmeno gli strattoni e i vade retro del vanitoso Omaccione riescono a farli ravvedere. Orbene, vi siete dati un padrone? Gli dovete giusto ossequio. E più di quanto dobbiate ossequio alla vostra bandiera, lui infatti, il GR﮷ FR﮷, i drappi delle nazioni asservite a una definitiva sconfitta se li lascia cadere alle spalle e, incurante, procede.
Suvvia, chi è costui? Rimarrete delusi: soltanto un burattino, finanche capriccioso, ma davvero un burattino e tra tante teste d’uovo, al servizio tutti del Signor Burattinaio. E ricordate infine chi è il burattinaio?
Burattinaio s.m. – Chi muove sulla scena i burattini. Così si legge in qualunque vocabolario della lingua italiana; e, per intender bene, affrancate ovviamente la mente da ogni deviante/delirante misticità.
E chi riuscirà a disintossicare le latebre dei vostri crani dalla mistica democratica? Dalla vostra cieca fede nell’UGUALITARISMO TOTALITARIO, soffocante dommatico innaturale ideologismo che tende ad appiattire il mondo intero e che, prima o poi, lo farà esplodere? Chi vi dissuaderà dall’inoculare nei popoli il veleno delle vostre fraudolente pratiche massmediali? Chi vi distoglierà dalle vostre ipocrite artefatte dottrine di filantropi egocentrici e impenitenti accentratori di profitto? Vi è davvero impossibile recuperare il senno? Quel tanto che basta per non procurar danno?
Asfittici, avete il fiato corto e quel poco che vi resta lo buttate via, lo consumate inutilmente.
Cuori aritmici, nulla sapete di giusti accenti e di giuste cadenze, di armonie e di accordi.
Dovunque seminate affanno, suscitate discordia.
Questo vostro disfarsi, questo vostro estremo decadimento!
Il deserto cresce; guai a colui che in sé cela deserti!
F.Nietzsche