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UN SUONO DELICATO E LE ACUMINATE PICCHE

LA PRISE DE LA BASTILLE
LA PRISE DE LA BASTILLE

                         

 

 

UN SUONO DELICATO E LE ACUMINATE PICCHE

 

 

   Quatorze juillet! ...Pronunciate queste due paroline lentamente, quasi a fior di labbra, e prestate attenzione al vostro orecchio… Non vi par d’udire un suono fluido, morbido, delicato? Forse tal effetto auditivo deriva dalla peculiare pronuncia francese del suono mouillé; di certo è proprio così. Adesso aggiungetevi anche l’anno, mille sept cent quatre-vingt-neuf: 14 luglio 1789! Nella vostra mente un tumulto, spari, fumi, urla, folle scalmanate, selve di picche, infilzate di teste grondanti sangue… D’improvviso tutto s’ attenua e volge a placarsi nella visione sfumata d’un celebre acquerello, dove quel tumulto è stato fissato dalla mano dell’acquerellista il celebre dipintore Jean-Pierre Houël. Rappresenta quella muta, scenografica dipintura la cosiddetta “Prise de la Bastille", la Presa della Bastiglia. Le torri della trecentesca fortezza, squarci nelle mura, fumo di moschetteria, armati, l’aggressione della folla; vi è significato e riunito in modo sintetico l’immaginario popolare di quel che fu la rivolta del fatale ottantanove; perciò quell’ acquerello è divenuto la raffigurazione d’un soggetto ormai consacrato al culto popolare della contemporaneità democratica, un “Santino”, cioè un’immagine sacralizzata al culto delle masse: la Presa della Bastiglia. Il 14 luglio, le quatorze juillet, festa nazionale del popolo di Francia, festività democratica! Misticismo laicista!

   Orbene, questo “Santino” nutrito di tanto sangue, che ha fatto il giro del mondo, che s’è impresso, ormai da oltre due secoli, sulla corteccia cerebrale delle masse del mondo intero, questo feticcio osannato e gonfiato di retorica dalla misticheria democratica, questa ormai da secoli celebrata da milioni e milioni di bipedi fanatizzati “Presa della Bastiglia", orbene sì, questa PRESA fu… la presa di n i e n t e, la conquista di alcunché! Puah! E, a scorno di tutte le storiografie sediziose, tale resta e rimarrà…la presa, la conquista del nulla.

   Non fatene un dramma, anche questo malum carmen, questo maleficio si dissolverà, una giusta salutare metanoia risanerà il mondo, frattanto con il nostro benevolo nonsense iconoclasta, gettiamo nel cestino della carta straccia anche quest’altro “Santino”, il bluff della Presa della Bastiglia, lasciamo che il nulla si riprenda il nulla. E la tavola acquerellata del signor Houël resti a rammentare le torri della trecentesca fortezza e le infami sanguinose picche del secolo dei cosiddetti Lumi. 

   Nell’anno 1784 un decreto emanato da Luigi XVI aveva stabilito che si procedesse alla demolizione della medievale Bastiglia. L’intervento dovette essere rinviato perché in quell’anno le casse statuali non erano in grado di affrontare gli alti costi; l’inizio di quei lavori era stato pertanto previsto e l’esosa spesa ritenuta sopportabile, strana coincidenza, proprio in quell’anno 1789. È noto dalla storia della fortezza, ormai da gran tempo in disarmo, che da numerosi decenni non vi era stata più registrata tra quelle mura presenza di detenuti politici. Al momento della sommossa vi erano solo sette prigionieri: quattro falsari, due alienati, uno era il conte di Malleville che nei suoi deliri riteneva di essere Giulio Cesare; il settimo era il conte di Solages, un libertino detenuto per gravi reati sessuali. Vi era una guarnigione di 82 Invalides, veterani non più atti alle armi, e 32 Guardie svizzere. Gli insorti erano armati, la guarnigione di scarsa consistenza dopo breve resistenza si arrese. Appena liberati, i quattro falsari se la squagliarono e la folla rivoltosa, che aveva infilzato sulle picche le teste del comandante del forte signor De Launay, dopo averlo assassinato, e di altri malcapitati militari della Guardia, si dette a tumultuare per le strade di Parigi con quei macabri trofei levati sulle picche e portando in trionfo il conte libertino e due pazzi; uno dei due, con tanto di barba che gli arrivava all’ombelico, riteneva d’essere un Giulio Cesare redivivo cui veniva tributato in quel giorno un esaltante storico trionfo.

 

 

 Quatorze juillet – Parigi – Torre Eiffel, duecentoventotto anni dopo

 

Chi dei due sogna di essere il nuovo Giulio Cesare?
Chi dei due sogna di essere il nuovo Giulio Cesare?