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IL CAMMINO DEL SOLE
Cupido rosseggiar di colli e
poggi
Che giù per i pendii digrada
Ove chete ombre si posano
Sui sinuosi sentieri.
Ambigue, incerte note
Sull’ala del tramonto.
Ambage degli occasi,
Fasto di calde tinte
E l’ombra; il sonno,
ch’addolcisce
Nei terrestri l’affanno,
Allor che pilotano l’emisferio
Quegli artici fuochi lontani.
Visione le acque tenebrose
infiamma
D’astro sorgente,
Cuna aurorale che con
il trionfo
Dell’invitta luce l’opra
dell’Uomo,
E mari e terre fecondando,
allieta.
Viaggio del Sole
Che, intorno intorno,
Splendente incitatore,
Pungola, sprona,
L’arco della luce espande!
Cupo il cuore del mondo!
Si ricoprono invano
di fiori le colline,
la lebbra dell’usura
sgretola le liete pendici.
Si smarrì nella greggia
l’anelito ai pascoli!
Più il lupo non gode
delle cacce cruente,
predata è la sua fame!
Nelle foreste, nelle savane
sfrontato il profitto scoraggia
la temerità nelle fiere!
La sete tormenta,
uccide: l’usura
risucchia ogni vena!
E se dicessi che persino
l’aria contamina con il suo
scientismo perverso?
Gridereste: Sei pazzo,
da legare!
Non è più l’ora della terra?
Mute le valli, desolati,
abbandonati i campi,
rivi e fonti avvelena
l’avvento d’un demone
che, la propizia Natura
avversando,
contro l’Uomo cospira.
Animo, via! Quant’è semplice
disporsi all’armonia!
E, detto in poche righe:
aprite i pugni contratti,
diserrate l'avide dita,
o voi, asserviti e frodati
dall’ansia del possesso!
Donate! donatevi!
Il cuore che si rigenera,
unisce il consiglio al cimento;
così, allo scontento
ch'ognor grava sul mondo
e ne acceca il pudore
seguan retti dettami,
e l'ordine preceda!
Risplendano fecondi
giorni, di maestosa luce,
onde la fiorente Fortuna
ai campi discenda e
alle genti!
Fulgida Era s'attende,
divina presenza la gioia,
ché sublime è degli uomini
il gioire.
L'USIGNOLO
IL CANTO
Cantavi, lusignuolo,
era il tramonto/
sul querciuolo foglioso,/
e la valletta che ascoltava attenta/
or lungamente a noi ripete il canto,/
eco che di lunge la selva
ancor trattiene!
Eco di bianca luce
che vien dal firmamento?
Là vedo impallidir l’ultima stella,/
Lucifero tramonta!/
Anche il tenue lucignolo si spegne,/
della lucerna è già svanito il lume/
ed è il novello, sempre fiammante,/
inno dell’aurora.
E’ la primeva, sempiterna trama!/
Comprendo or le tue note, rosignuolo./
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Respiro delle vette
nei remoti silenzi,
ampio, di balza in balza.
Nell’ascesa è l’arcano;
dell’aquila ardua l’ala,
ma tu accorda, o Musa,
ancor più alto volo!
Tra desolate sponde
scorre agl’inizi il fiume,
orride, incolte sponde!
Con instancabil corso
dirozzerà quella selvaggia proda;
affioreranno da cupe scogliere
tra le scoscese rupi
dolcissime riviere;
da allor, lunghesse,
piene d’incanto
siepi odorose
s’aduneranno, in fiore.
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