OPECONSIVIA

O P E C O N S I V I A
Il culto della dea Ops figura introdotto a Roma dalla Sabina dal re Tazio, re incarnante la terza funzione, e risulta in testa all’elenco, compilato da Varrone, delle divinità introdotte da Tazio. Ops, “l’abbondanza personificata e sicuramente, innanzitutto, l’abbondanza”, suggerisce il Dumézil. Gli Opeconsivia, festività di Ops Consiva, avvicinano la dea a Conso, dio della custodia dei granai e quindi dell’intima riserva aurifera. Dice il Dumézil che si possiedono scarse informazioni sui riti, ma deduce: “Possiamo immaginare che il Pontefice Massimo e le Vergini Vestali officiassero negli Opeconsivia del 25 Agosto, ma si tratta solo di una deduzione: l’unico testo (Varrone L.L. 6,21) che parla di Ops Consiva si limita a dire che la dea aveva nella Regia del Foro una cappella così sacra che vi potevano entrare soltanto le Vestali e il Pontefice Massimo, designato – come è consueto – dall’espressione sacerdos publicus.” Nella Regia si svolgevano i culti riferentesi alla prima funzione: “all’amministrazione del mondo così come quello dello stato.” Nella Regia vi era altresì un sacrarium Martis dove si custodivano i talismani guerreschi di Roma e un sacrarium di Ops Consiva, l’Abbondanza. Varrone parla di alta sacertà della cappella, vi potevano accedere solo le Vestali e il sacerdos publicus. Festo tramanda che vi era custodito un vaso particolare, il praefericulum, quo ad sacrificia utebantur in sacrario Opis Consivae.
Riportiamo Dumézil: “In tal modo la Regia (casa del re) riunisce, o meglio giustappone, ordina, in tre luoghi dei culti che si riferiscono chiaramente alla sovranità sacra, alla guerra, all’abbondanza; è assai naturale, dal momento che in ogni società il re, nonostante la sua speciale affinità per la prima funzione, non può disinteressarsi delle due altre. L’interesse del raggruppamento consiste, però, nel fatto che esso conferisce a Ops, un’altra divinità ‘del gruppo di Tito Tazio’, la parte rappresentativa che la lista canonica, quella dei flamini maggiori, attribuisce a Quirino: la Regia ospita la terza funzione non sotto l’aspetto del popolo consumatore, ma direttamente sotto quello dell’alimento da consumare.”
Certamente nel Lazio antico, nella Sabina e in gran parte delle regioni abitate da genti italiche la coltivazione della terra, agricoltura, la raccolta delle messi, la conservazione del raccolto, avevano una grande importanza e nel corso dei nostri scritti abbiamo notato che vi presiedevano essenze divine con funzioni distinte, ognuna delle quali manifestava una propria alta specializzazione, una precisa volontà, una particolare potenza, il nume.
Quanto abbiamo testé sopra scritto può tuttavia illuminarci su un senso più riposto, che investe l’essenza spirituale dell’Uomo; il modo particolare di essere dell’Uomo romano. All’uopo esaminiamo la seguente attestazione di S. P. Festo: Opis dicta est coniux Saturni per quam voluerunt terram significare, quia omnes opes humano generi terra tribuit.
Opi era ritenuta moglie di Saturno, il re dell’età aurea, quindi una dea antichissima. Con Opi gli antichi vollero intendere la Terra, ma soltanto la Terra quale donatrice di ogni sorta di beni al genere umano; quindi intendevano l’abbondanza. L’età di Saturno e di sua moglie Opi fu l’età dell’abbondanza, la terra produceva tutto ciò che occorreva agli uomini. Questo mito ci riferisce di una civiltà umana in cui venivano soddisfatte in ogni tempo e occasione le necessità umane. Riferisce il mito di un tempo in cui gli uomini provvedevano con pienezza per il loro presente e per il loro futuro all’alimento necessario alla vita; di un tempo in cui l’uomo non era assoggettato ai bisogni, non conosceva la schiavitù del consumare, perché godeva di un alimento incomparabile; mai incombeva lo spettro della fame. L’uomo viveva soddisfatto, completamente appagato nei desideri, nelle aspettative.
Lo secol primo, quant’oro fu bello,
fé savorose con fame le ghiande,
e nettare con sete ogne ruscello.
Dante, Commedia - Cantica II
Anche i versi di Dante sono allusivi ad una condizione dell’uomo diversa da quella conosciuta dall’uomo contemporaneo, la cui vita trascorre nella preoccupazione continua della soddisfazione dei suoi bisogni, nella tensione eccessiva per provvedervi, per procurarsi, per accaparrarsi i beni da… consumare. Incapace di costruire il suo presente su solide fondamenta, quindi incapace di provvedere al futuro, l’uomo di oggi consuma e si consuma. Ha smarrito la via dell’Abbondanza, Opi, l’essenza divina, che lo sottraeva alla necessità impostagli dall’egoismo meramente animale (materialismo). Abbondanza è avere a disposizione i beni che la terra generosamente distribuisce al fine di non penare per la privazione; e non scialacquarli, non impiegarli in opere e in ordigni di distruzione e di morte. Sottomessosi ad un dio straniero che gli fu additato come la suprema provvidenza, l’uomo moderno ha indebolito il suo spirito, la sua capacità di azione, la sua volontà civilizzatrice, quindi i suoi numi. Opi, l’essenza divina che era in lui, la forza che lo spingeva verso una sempre più alta consapevolezza di sé, il raggiungimento di Abbondanza che dona ogni sorta di beni, si è dileguata. Lo scialacquatore che ha depauperato il suo ambiente e sé stesso, oggi è un dannato perseguitato dalla necessità; dannato dalla sua meschina hybris.
L’uomo moderno fa malgoverno di sé, e precipuamente per questo motivo si assoggetta, o forse per meglio dire, viene assoggettato a pessimi governanti a loro volta asserviti. Mal governando sé stesso, lascia che tutto venga mal governato ed è questo anche il motivo per cui pullulano miriadi di mal governanti. I mal governanti profittano dei mal governati a tal punto che cercano di allearsi tra di loro onde scoraggiare possibili reali resistenze nei loro paesi. Quest’alleanza tra i mal governanti comporta poi un estremo malgoverno totalitario, quindi tirannico e oppressivo. Ecco come è stato organizzato il saccheggio di Abbondanza e il depauperamento dell’Orbe intero. I politologi attuali, che non sono nemmeno una pantofola ammuffita di un Machiavelli o di un Guicciardini, semplicemente ci limitiamo a quelli italiani, sono dei cervelli di cartapesta che si reggono sugli show televisivi. Non sono da prendere in considerazione perché, asserviti al sistema che abbiamo testé descritto, han fatto dell’ideologia democratica illiberale, che praticano, un dogma e una religione da baraccone officiata da scimmie ammaestrate, che son dessi signori.
Quanto avveniva nella festività degli Opeconsivia, come nei giorni precedenti per i Consualia e per i Volcanalia, ma stavolta nella Regia del Foro romano, era tutt’altra opera, l’edificazione d’un’età aurea sempre possibile per l’uomo che ne rende degna la sua volontà. Attraverso tal richiamo, con il buon governo di sé, potendo affermare in sé stesso una superiore consapevolezza da trasmettere, superando gli egoismi, con sacertà ai suoi simili, onde ottenere il buon governo della città e quindi ottimi governanti, fossero essi sacerdoti, consoli, pretori, magistrati, duci, cives; soprattutto Civis! Il buon governo dell’Urbe, Majestas, doveva estendersi sull’intero genere umano e l’intero genere umano doveva godere di Abbondanza, il nume che si attiva quando l’uomo, purificando sé stesso, riesce a praticare quella virtù che in ricordo degli Opeconsivia romani possiamo, e con sacertà, richiamare Ops Opifera, la paredra di Saturno, il dio dell’età dell’oro.
