LA FINE D’UN MONDO MENDACE

Phoebe silvarumque potens Diana,
lucidum caeli decus, o colendi
semper et culti, date quae precamur
tempore sacro,
quo Sibyllini monuere versus
virgines lectas puerosque castos
dis, quibus septem placuere colles,
dicere carmen.
Alme Sol, curru nitido diem qui
promis et celas aliusque et idem
nasceris, possis nihil urbe Roma
visere maius!
XXI APRILIS MMDCCLXXI

LA FINE D’UN MONDO MENDACE
– Ci sarà la guerra? Non ci sarà? E chi la vincerà? ... – In questi giorni Tom è fortemente preoccupato. Non importa niente a Tom della Siria, dell’Iran, della Cina, della Corea, di Londra o di Parigi; tantomeno dell’America dov’è nato precisamente nell’Oklaoma, poco meno di sessant’anni fa da genitori trinacri. Quel paese di ex cawboys e pistoleri, di fottuti cazzottatori, affetto da congenito gangsterismo e con la sua democrazia bacchettona, lui lo ha detestato fin dai primi mesi di vita, quando il pediatra consigliò ai genitori di fargli cambiare aria e così in tre se ne tornarono a Canicattì, la bella e fertile città sicula nell’alta valle del fiume Naro. Compiuto il sedicesimo anno, Tom si trasferì sul continente, nel Casentino, ospite d’uno zio paterno. L’anziano scapolo fu lieto di educare il nipote e di farlo studiare e quando s’involò da questo mondo il galantuomo lasciò a Tom la casa e tutti i suoi beni, compresa una ricchissima collezione di francobolli raccomandando al giovane di continuare in sua memoria quella importante incombenza e di custodir la raccolta accuratamente aggiornata. E Tom ha tenuto fede alla volontà dello scomparso emulandone l’inattaccabile scapolaggine e l’indefessa passione del collezionista. Quarant’anni d’una totale dedizione a un interesse così assorbente vanno oltre il mezzo del cammin di nostra vita e di certo non puoi tradirne i contenuti emotivi e lo sforzo impiegato. Tom non sospetta, nemmeno per un istante, che il suo collezionismo, come qualunque genere di hobby, è solo un passatempo, per noi addirittura un perditempo; ma forse esageriamo e, se così, chiediamo venia ai signori che si ritengano lesi dal nostro pregiudizio. Ma voi, gentili lettori, cortesemente mettetevi nei panni di Tom… Una guerra! che potrebbe causare la perdita d’una eccezionale collezione, costata ormai, sommando l’opera sua a quella del defunto, un secolo di continua quotidiana fatica. Tom, occorre esserne avvertiti, non la pensa da democratico, ritiene falsa e infida la democrazia yankee, ottuse, inefficienti e casinare le democrazie europee, ma per parte sua è affetto da egoismo, avarizia ed è anche un tantino pusillanime, tutti difettucci che caratterizzano appieno il comportamento dell’homo δημοκρατικός. Ed è la condotta che conta. Il democratico in genere fa falsa professione di democraticità; in primo luogo privilegia il suo e il familiare interesse e dei compari di partito, poi discorsetti ipocriti e promesse di marinaio per il popolo. E le altrui necessità? Il democratico non si fa scrupoli: ostentando un moto di benevola comprensione, in gran fretta ma in modo accorto, cioè con rassicurante condiscendenza posterga l’altrui.
Noi queste cose a Tom gliele diciamo in faccia, è il solo modo per strappargli un fugace sorrisino misto di dispetto e di puerile compiacimento. Occorre però correttamente aggiungere che Tom non è bugiardo né ipocrita, è persona retta e piena di riserbo. Tom è un calco giunto quaggiù da imprecisati limbi, impronta terrena d’un archetipo ormai singolare. Questi giorni carichi di minaccia il buon amico li ha mal sopportati e il lancio dei missili tomahawk sulla Siria da parte degli yankee lo ha davvero spaventato, ché si è subito messo alla ricerca d’un ricovero sicuro per salvaguardare la meravigliosa sua collezione. – Questa raccolta ha un gran pregio, dice, comparabile a un antico incunabolo o a un codice miniato; oltre al fatto che già di per sé il francobollo è carta- valore.
Vah! Se continueranno a piovere tomahawk assisteremo a un fuggi fuggi spettacolare di questi democratici forcaioli d’occidente, tutti in cerca di rifugi per nascondervi, giacché per essi son beni indispensabili, le loro collezioni, le loro inutili anticaglie… sempre televisivamente incalzati da aggressivi, terroristici comunicati. I collezionisti di carte-valori sono indubbiamente i più affannati, perché la carta, qualunque carta, facilmente va in fumo; è questo appunto il grosso problema del secolo, quello che muove le guerre. Qual riprovevole avventatezza affidarsi alla carta, cartolarizzare, confidare nella carta, con la C maiuscola o con la c minuscola, correre dietro al collezionar carte-valori, fogli scritti, stampati eccetera… Carta! ... Carta, follia del secolo! Follia, sì, se d’un colpo una bomba trumpiana, prrrrrrr, bella nuova e intelligente: fiamme e fumo! Tanto, tanto fumo… fumo…
Sono i grandi Masters della Grossa Cartiera, i possessori di tutta la carta-valore corrente nel mondo, i sommi tra i collezionisti, a promuovere le guerre. Le Guerre? Macché, semplici business per “pacioccosi” businessman dai robusti artigli predatori, gli Adunchi, i quali, cinici burattinai, favoriscono le ambizioni e lo pseudo-potere, micro e macro, dei loro PUPI, piccoli aggraffignatori, in questo e in quel paese e ne fanno dei warmongers da strapazzo per condurre i loro pingui affari, le guerre a strappi o a pezzi, come qualcuno le ha definite.
Tutte queste deprecabili, perché spesso criminosamente sanguinarie, burattinate attraversano i tubi catodici, passano sugli schermi televisivi e lampeggiano nelle pupille di milioni e milioni di collettori di sensazioni subliminali, di raccoglitori subconsci in cui vengono accantonate assurdità, menzogne, incongruenze che questi accumulatori psichici sotto l’azione massificatrice dei media trasformano in “certezze”; si possono così facilmente comprendere la mulaggine funesta delle moltitudini e il persistere degli stessi individui in condotte svantaggiose. La irragionevolezza diffusa e l’incoerenza comportamentale delle stesse classi politiche democratiche, l’inadeguatezza delle loro dirigenze, van riducendo ai più infimi livelli culturali le odierne società; infine con l’imposizione del pensiero unico e con una comunicazione artatamente predisposta sottopongono i popoli alla dittatura del politicamente corretto. Di conseguenza vien lasciato largo spazio al mendacio e a coloro che lo usano come arma di guerra per mantenere sulle genti un illegittimo potere. “L’animale Assad in Siria uccide i bambini con il gas”, non è provato né sono in grado di provarlo e tutto l’Occidente insorge e minaccia la guerra, nello Yemen i bambini muoiono sotto le bombe fornite ai Sauditi da paesi della Nato (occidente) e l’Occidente tace! Fraudolenza nel governare con male arti i popoli, fraudolenza guerrafondaia. Di conseguenza incultura, ignoranza, barbarie. – Ma abbiamo progredito, e tanto, nella tecnica! Viaggiamo nello spazio! – Afferma dal piccolo schermo un ometto con barba accademica. Embè? Cupa barbarie tecnologica, scomparsa dell’armonia, della bellezza, cecità intellettiva, oscurità profonda! Inumanità, brutalità, decadenza! Civiltà irrimediabilmente in declino.
È un mondo in esaurimento, senza più genuine naturali risorse, nell’estrema vecchiaia, quel mondo che si puntella con i contrafforti posticci della menzogna. Un mondo mendace deve necessariamente perire. Giustappunto, scomparire! Infatti, esso è un mondo falso, inventato, infondato.
Un mondo dove la menzogna ha messo radici è un mondo di arresi, di vinti, esso è captivus, cioè preso, catturato, prigioniero d’un oscuro potere. Convengono i saggi che essere invincibili, e quindi invicti, dipende da noi stessi e un vero guerriero sa rendersi invincibile. Per questo Nietzsche ammoniva: “In tempi di pace l’uomo guerriero si scaglia contro se stesso”. Certo, per non lasciarsi soffocare dalla meschinità, per non corrompersi nell’affario, per mantenersi libero, sgombro dalle passioni, dalla menzogna. Addestramento, costante disciplina, perché, a dire di Sun Tzu, “l’invincibilità sta nel sapersi difendere, e la possibilità di vincere sta nel sapere attaccare”; quel che occorre è l’arma di una superiore sapienza, si disporrà così più di una debordante armata.
Il Mondo Reale, il mondo della veridicità, è perennemente giovane e luminosamente guerriero.
Di continuo si rigenera e rinnovella il mondo che racconta e dimostra sé stesso, nel suo essere e nella sua natura, diuturnamente veritiero, doviziosamente versatile, come una ricca sorgiva.
Sun Tzu afferma: “Chi è agile e accorto nel sortire originali stratagemmi è inesauribile come il Cielo, la Terra e i grandi fiumi. Giunto al termine riparte, come il sole e la luna; dopo morto rinasce, come le quattro stagioni”.
Altrimenti così ...
