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VOIALTRI

                            

 

 

V O I A L T R I

 

                                                   …vituperio delle genti

                                                   del bel paese là dove ’l sì suona…

 

 

 

   ANSAit – martedì, 17 Ott. 2017 – È ancora fuga di italiani all’estero, +15,4% in un anno. Nel 2016 sono espatriati 124.076 connazionali. Ad aumentare sono soprattutto i giovani oltre il 39% di chi ha lasciato l’Italia nell’ultimo anno ha tra i 18 e i 34 anni (+23,3%). Il 9,7% ha tra i 50 e i 64 anni e sono i “disoccupati senza speranza” rimasti senza lavoro. E’ quanto emerge dal Rapporto italiani nel Mondo 2017 di Migrantes.

 

   ANSAit – venerdì, 20 Ott. 2017 – L’Italia era un Paese di giovani, ora metà popolazione è over 45. Etc.

 

   (ANSA) – ROMA, 11 Nov. 2017 – La povertà a Roma cresce e investe persone fino a qualche anno fa indenni: ceto medio, diplomati, gente che ha visto la vita cambiare improvvisamente e che ora si trova in coda per la mensa e per un pacco alimentare. Quasi la metà dei nuovi poveri sono italiani… Roma è anche in questo capitale, sottolinea la Caritas romana riferendo che il popolo dei senza dimora e dunque in “povertà estrema” arriva fino sedicimila persone. Etc.

 

 

   L’epigrafe apposta sopra questo scritto è la famosa invettiva dantesca che risuona nell’episodio del conte Ugolino, XXXIII canto dell’Inferno. Nell’invettiva è richiamato sia colui che causa il vituperio e quindi arreca il disonore, il vituperatore, sia l’agire vituperevole e quindi il vituperando, il meritevole di vituperio; una apostrofe poetica, una reprimenda perfetta. Nell’adattarla ai “Voialtri”, l’apostrofe riprende appunto il vituperatore, che cagiona l’onta con il suo agire vituperevole, e il vituperando che non è altri che il vituperatore stesso. Voialtri, dunque, vituperio delle genti del bel paese…disgraziatamente è così! Sì, grave disgrazia per il bel paese là dove ’l sì suona… avere a governanti individui adusi a procedere barlicch barlocch, sull’orlo del precipizio a mo’ di testardi muli…che fregatura! Ma par che la gente cominci a scoglionarsi, ed essi? Se ne infischiano…Anzi legiferano persino… e col bellìco, per non usare un termine più sotto posto, da adoperare giusto per quel ch’è il loro divertimento, prendere per il culo il Popolo Sovrano!   Ohi là! non siamo forse in regime repubblicano? E se la ridono… Frattanto fanno le leggi più stupide del mondo…Le leggi, ad esempio, per proteggere il popolo sovrano dal fascismo, pensate un po’, leggi antifasciste per proteggersi da eventuali tentazioni popolari verso nostalgie ducesche… E sì, quando il popolo diventa populista son davvero guai per i rappresentanti del popolo. Ma che pasticcio è questo? Democrazia ammattita? Per ora il fatto preminente è che questo popolo canzonato non è nemmanco libero, ma da settant’anni assoggettato a padronanza straniera, con asservimento culturale, politico, militare, come tutta l’Europa del resto. Padronanza nuclearista soprattutto, e gli armenti a pascolare per il momento. Insipienti, ignoranti; maschi fanatici e femmine invasate, interpretano a puntino l’anti-patria, rappresentazione cara al Gran Bottegaio mondialista. Come possono saper di Patria se son figli, della immonda fornicazione del Gran Bottegaio che tra l’altro li spregia come bastardi; già i bastardi, quelli che non hanno profondità, non hanno origine antica e perciò son transitori, momentanei, non hanno radici nel patrio ricordo. In più son prigionieri dell’oste oscura. Quando leggiamo dispacci, come quelli dell’ANSA su riportati, incominciano davvero a farsi sentire dolenti note. Una patria che diviene nemica, matrigna, che espelle dal suo seno i giovani figli… Qual gente, qual tribù, qual nazione non ha avuto somma cura della sua gioventù, del suo avvenire? Al contrario, questi mattoidi spalancano i porti d’Italia e le sue spiagge tranquille alle genti dell’Africa intera provocando una immotivata invasione, offrendo la nostra terra – quam parva! – alla incomposita multitudo d’un continente smisurato e d’altre regioni ancora. E, sommo vituperio, sbandisce la gioventù italica. Osa chiudere alla patria, alla terra di Saturno e di Giano, le porte dell’avvenire. Ciò non accadrà, questa terra frugale non vorrà diventare il parco di divertimenti per dissennati bastardi, maschi e femmine e lurche bardesse. L’amor di patria si risveglierà nei cuori italici, l’idea della Roma arcaica, luminosa, immortale ritornerà a diradar la tenebra nel mondo, ritornerà l’uomo a una trionfale spiritualità.

   Per adesso, e confidiamo non sia da adesso in poi, costoro, i Voialtri, sono mentalmente oscurati; cecità d’animo e di sentimenti li opprime, ormai essi sono i  tirannelli di sé stessi e, con buone ragioni, di ciò possono volenterosamente avvantaggiarsi le donne e gli uomini ancor sani e liberi, che godono d’una schietta e vitale italicità; e anche giovarsene al fine di suscitare una rinnovata, generosa e anche gioiosa concordia, che finalmente prevalga sulle nostalgiche inerzie e gli odi retrivi, per sconfigger l’indifferenza e l’ignavia. Non si tratta, in realtà, solamente di malgoverno, ma purtroppo della dissoluzione dei valori tradizionali della nostra, o Italiani ben disposti, antichissima patria, con il maligno, funesto intento di inserirvi e diffondervi una commistione culturale ignobile e deplorevole, oltre a costumanze immorali o addirittura ripugnanti. E, non da trascurarsi, di diffondere artatamente un dissidio sempre più corrosivo. A più di settant’anni dalla scomparsa del fascismo, la vita media dell’uomo, i Voialtri, esternano un fantomatico antifascismo, finto e di facciata, quanto più è nel loro intimo inconsistente e immotivato, trattandosi d’un nemico inesistente, in realtà intenzionalmente fittizio. A dire il vero è questa all’interno di loro stessi una irrisolvibile contraddizione, un nodo psichico irresolubile di discordanza, di riposta incoerenza. Altrimenti a che pro armeggiare e agitarsi per un nemico inesistente? Legiferare a vuoto e irrogare punizioni per castigare comportamenti e addirittura atteggiamenti tutto considerato innocui? Punire, per esempio, per reato di apologia un gruppo di persone che fa l’appello dei caduti e li commemora salutando “romanamente” il monumento funebre? Quelle persone stanno semplicemente esprimendo il loro cordoglio o il loro compianto per quei morti. Apologia della morte? Commemorazione di defunti sulle cui ossa son trascorsi, nel caso, oltre settant’anni! E qual ascoso pericolo, qual violenza, da reprimersi con il rigore delle leggi in quelle simbologie commemorative? E dopo trascorso tanto tempo, mentre prima erano state sempre permesse o tollerate per l’unanime sentimento di pietà verso tutti i defunti, senza discrimine. Ecco che incominciamo a intravedere una spia sintomatica, un indizio individuante quel che abbiamo definito un nodo psichico di discordanza irresolubile, la congenita disarmonia latente nei Voialtri. La realtà è che in essi si sono dissolute le virtù patrie, le vere, le reali virtù, quelle che aprono all’uomo la strada della concordia e della corrispondenza con il cielo, e con essa alla conoscenza di sé stessi e alla consapevolezza d’un ordine trascendente al quale innalzare le umane sorti. I Voialtri vanno col muso prono verso la terra, sono i cultori dello ius soli, il solum natale, quello sul quale si nasce e farà da base ai piedi di qualunque esso sia il venuto al mondo e da chiunque esso venga generato, indigeno sia o allogeno; il suolo, il terreno necessario per la vita biologica animale, di tutti gli umani naturalmente, oltre che delle piante e degli animali. Questo è dunque un ideologizzare strettamente materialista, che noi lasceremo loro, senza preoccuparcene granché, e con il certificato di cittadinanza… Democraticamente! Purtroppo ne discende anche un legiferare distorto, come già evidenziato. Infatti ben sappiamo che non è l’atto burocratico che fa un vero italiano  o altro; un bambino senegalese, arabo, tailandese, nato sul suolo italiano, pur ricevendone la cittadinanza, non è italiano né lo sarà, ed è un atto arbitrario e forzoso, una “diabolica” violenza, strappargli la sua anima ancestrale, rapirlo alla cultura del suo popolo per fare un fantoccio, un falso questo e un disadattato quello, di lui che doveva restar genuino, schietto, originale, nel suo genus, e, con il pregio di questa sua autenticità liberamente confrontarsi con il mondo intero. Vogliamo, però, anche prendere in considerazione il caso d’ uno straniero o più che, nati sul suolo italiano e divenuti adulti, volontariamente deliberino per una adozione, cioè di prendere e per esclusiva loro libera scelta, non d’altri, avendone i requisiti di legge, la cittadinanza italiana; ebbene, sì, in tal caso sarebbero correttamente cittadini italiani per adozione, non ci sarebbe snaturamento e la personalità del ex straniero resterebbe confermata nella sua piena autenticità. Niente di più semplice, liberale e generoso. Rara avis? Certo, perché trattasi di vera, giusta ospitalità concordandovi l’amicizia e la benevolenza. In opposto i democratici, con i loro esagitati vanitosi intellettualisti, che abbinano un torvo egoismo a un falso filantropismo, tradendo la sconcordanza profonda del loro mondo psicologico, sono per l’accoglienza indiscriminata e indisciplinata, zelanti e premurosamente disposti a minimizzarne la prepotenza, quando torna a loro opportunità o vantaggio, e nel contempo a mostrarsi, assecondando la loro più intima natura, affabili soperchiatori. Lo abbiamo già detto, sussiste una inveterata, connaturata incoerenza nelle democrazie e nei democratici d’ogni tempo e risma. E ciò trae origine da una estrema inconsapevolezza della vera natura dell’uomo e dei suoi destini nel corso degli eventi ch’egli va a determinare, giusto da un’abissale spirituale ignoranza, dalla insanabile hybris del gigantismo progressista, mentre i “TEMPI” minacciano e sempre più s’oscurano, e ancor più oscurano le coscienze non in armi.

   Chi sa, perché… Si chiedeva il Leopardi, mentre passeggiava… “Qui su l’arida schiena/Del formidabil monte/Sterminator Vesevo” … e per “Questi campi cosparsi/Di ceneri infeconde, e ricoperti/Dell’impietrata lava, /Che sotto i passi al peregrin risuona.”  Chi sa, perché? … Eppure, già il mito antico, narrato dai Vati classici, avvertì gli uomini: – Prendetevi cura di voi, cessate la caparbietà! La cupa hybris dei Giganti fu giustamente un dì annientata dalla luminosità degli Olimpici. – D’ un tratto il Poeta rimemorò e, nell’intenso profumo della ginestra, comprese che gli uomini sono degli incorreggibili scolaretti, bisognosi di continui ammonimenti e volle unire all’antico robusto richiamo la sua voce sofferta: “Dipinte in queste rive/Son dell’umana gente/Le magnifiche sorti e progressive. /Qui mira e qui ti specchia, /Secol superbo e sciocco” …  Davvero, delle gigantesche edificazioni che rappresentavano ieri il materiale segno tangibile delle umane magnifiche sorti e progressive non si vedon oggi su queste terrene rive altro che miseri avanzi, sedimenti, relitti, e campi cosparsi di ceneri infeconde. Mirate, troverete ivi rispecchiati i vostri grossolani pur se colossali progetti, e riflettete, quei campi cosparsi di ceneri infeconde domani potrebbero andare a coprire estensioni enormi. Siete capaci di fermarvi a riflettere per un attimo solo, Voialtri, democraticissimi devoti e basta, asserviti agli arsenali nucleari e ai grandi magazzini? E Voialtri, esportatori delle esplosive, pirotecniche primavere democratiche? Non vi siete mai chiesto quanto esse costano, in sofferenze, in sangue? No! Lasciate la faccenda ai contabili del ministero degli armamenti in potere dell’esimio spettrale Grande Fratello? E Voialtri, a servizio, perturbatori di società e di stati, dissolutori di nazioni, di genti, di famiglie, spregiatori della bellezza, dell’etica, dei costumi, rinnegatori delle patrie? Eheu, animo inverecundi menteque homines, sine religione ac pietate! E Voialtri, a tristo servizio, voi i disincantati, gli scialbi, che non amate la natura anzi le andate contro o ne fate man bassa indegnamente contaminandola; Voialtri, che con vile arroganza pretendete di mutare, alterare e addirittura correggere la realtà a vostro piacimento, uso e consumo.

   La legge sullo ius soli sarà una legge straba, una legge disutile e tutt’altro che innocua, sia nelle dimensioni dell’ideare che in relazione ai livelli di sviluppo psicologico e del raggiungimento d’ una salda consapevolezza, intesa, com’è di proposito, a incrinare non solo la maniera di pensare e di sentire, cuore e mente, ma anche ad indebolire il fondamento della realtà dell’individuo e la sua vera natura, a sminuirne di conseguenza la personale centralità, lo spirito creativo.

   Non più il solum patriae, la terra dei padri, quel Genius loci chiamato a sostenere il cammino terrestre di una Gens cui il progenitore modellò la natura, il cielo e i loca e dei luoghi l’amoenitas – Voglio sia amore e misura! –; modello terrestre formato a immagine del Genio espresso dal suo Numen mentis e che, in un congiunti, – Caelum et Terra –, da lui Genitor, Pater Priminigenius- Fortuna Primigenia, a nume tutelare del popolo veniente, si ergesse, purus et integer, il Genio Italico. Da principio i Saturnia regna, l’età aurea, Ianus Pater e la Saturnia Tellus; e poi i saturnia arva con la saturnia Gens. E Mars Pater e la Vestale dell’alba selva, il conditor Romulus e la aedificatio Urbis aeternaeQuirinus e il popolo dei Quiriti. Il ritorno della luce nel fosco cieco mondo, la universa Salus.